ANSIA E ATTACCHI DI PANICO

NELLE ULTIME SETTIMANE SI STA RISCONTRANDO UN AUMENTO DEI VISSUTI DI ANSIA CON CONSEGUENTE CRESCITA DI ATTACCHI DI PANICO.

CHI GIA’ NE SOFFRIVA DA TEMPO TENDE AD INTENSIFICARE I SINTOMI;

CHI NON E HA MAI SOFFERTO PRIMA AVVERTE UNA CRESCITA DEL LIVELLO DI ANSIA CON PAURA E ATTACCHI DI PANICO.

GLI ATTACCHI DI PANICO SONO IMPROVVISI ATTACCHI DI ANSIA E CHE SI MANIFESTA A VARI LIVELLI:

SI PRESENTANO SINTOMI FISIOLOGICI CHE SI ASSOCIANO AD UN VISSUTO PSICOLOGICO DI TERRORE, DI MORTE IMMINENTE E PAURA DI PERDERE IL CONTROLLO DEI PROPRI PENSIERI E DELLE PROPRIE AZIONI. DURA DAI 5 AI 10 MINUTI.

QUESTI SONO I SINTOMI:

PALPITAZIONI – TACHICARDIA – SUDORAZIONE – BRIVIDI O VAMPATE DI CALORE

TREMORI – INTORPIDIMENTO MUSCOLARE – SENSAZIONE DI SOFFOCAMENTO

SENSAZIONE DI ASFISSIA – DOLORE AL PETTO – NAUSEA – SENSO DI SVENIMENTO

PAURA DI PERDERE IL CONTROLLO – DEPERSONALIZZAZIONE

PAURA DI MORIRE

COSA FARE?

BAGNARE VISO, MANI, COLLO E POLSI CON ACQUA FREDDA.

SVUOTARE I POLMONI, COME SE SI DOVESSE SPEGNRE UNA CANDELA. PIAN PIANO IL RESPIRO TORNERA’ REGOLARE.

FOCALIZZARE L’ATTENZIONE DALL’INTERNO VERSO L’ESTERNO: IL MASSAGGIO O L’AUTOMASSAGGIO ENERGICO, DI ALCUNE PARTI DEL CORPO COME BRACCIA E GAMBE, PUÒ SPOSTARE L’ATTENZIONE DALL’INTERNO VERSO L’ESTERNO.

QUESTI SON RIMEDI IMMEDIATI

E’ CONSIGLIABILE FARE PREVENZIONE UTILIZZANDO TECNICHE DI RILASSAMENTO CORPOREO O ESERCIZI DI RESPIRAZIONE.

SE NON SI RIESCONO A GESTIRE QUESTE MANIFESTAZIONI E’ NECESSARIO CONSULTARE UNO PSICOTERAPEUTA ESPERTO.

Hikikomori: rifiuto del mondo reale

È la sindrome dei ragazzi che si chiudono in casa e rifiutano contatti con il mondo esterno. Hikikomori deriva dal verbo Hiku (tirare indietro) e Komoru (ritirarsi) ed indica una sindrome sociale che va diffondendosi ormai in maniera critica, dal Giappone al resto del mondo. In Italia si stimano almeno 100 mila casi. Si tratta di una condizione sociale caratterizzata prevalentemente da sentimenti di solitudine, isolamento,ritiro dalla società e dalle relazioni interpersonali. Questi ragazzi rifiutano ogni tipo di aiuto perché non riconoscono di avere un problema.

Hanno tra i 14 e i 25 anni, non studiano né lavorano. Non hanno amici e a stento parlano con genitori e parenti. Trascorrono buona parte della giornata nella loro camera. Si isolano evitando qualsiasi confronto con il mondo esterno. L’unico contatto con il mondo esterno è internet. Le cause di questo isolamento possono essere di origine caratteriali, familiari, sociali e scolastiche. Talvolta questo fenomeno del ritiro, è successivo a qualche episodio di emarginazione o bullismo vissuto a scuola. Il ragazzo inizia a fare assenze, ad abbandonare le attività sportive ed ad isolarsi sempre piu’ rifugiandosi nella sua stanza tra videogames, social network e serie tv. Accorgersi in tempo di questo cambiamento è importantissimo perché se si interviene in questa fase è possibile avere buone probabilità di successo. A volte la causa dell’isolamento è attribuita alla dipendenza da internet ma di fatto la dipendenza da internet è piu’ la conseguenza ad uno stato di ikikomori. La cura dell’ikikomori prevede un approccio psicoterapeutico e//o farmacologico. Per quanto riguarda l’intervento psicoterapeutico sono vari gli orientamenti che hanno ottenuto discreto successo: l’orientamento sistemico-relazionale che coinvolge tutta la famiglia, l’orientamento cognitivo-comportamentale. L’intervento farmacologico prevede l’assunzione di farmaci antidepressivi in abbinamento ad ansiolitici. Intervento necessario nei casi piu’ gravi.

Molto difficile intervenire con questi ragazzi, soprattutto perché arrivano al punto di non uscire piu’ da casa. In questi casi, si rivela molto utile la consulenza on line.

RIDERE PER STARE BENE….

Ridere fa bene. Piu’ ridiamo e meglio stiamo.

Ecco alcuni buoni motivi

Ridere riduce gli ormoni dello stress

Ridere stimola la produzione di endorfine che riducono gli ormoni dello stress, innalzano la capacità di sopportare il dolore , stimolano la guarigione, ed il sistema immunitario.

Ridere stimola il sonno

Ridere stimola la melatonina, l’ormone che regola il ritmo circadiano (sonno/veglia)

Ridere è un esercizio fisico e migliora l’aspetto estetico

Quando ridiamo sollecitiamo almeno 15 muscoli facciali (anche la pelle se ne giova), le spalle, l’addome e il diaframma. Oltre a tirarci su il morale, facciamo un po’ di esercizio fisico, che non guasta mai.

Ridere migliora la circolazione

Ridere fa aumentare il flusso sanguigno e migliora anche la respirazione

Ridere migliora le relazioni

Fa piacere stare accanto ad una persona sorridente.

Ridere ci aiuta a distaccarci dal coinvolgimento emotivo

Se abbiamo pensieri negativi, una bella risata ci fa prendere con pii leggerezza le situazioni che ci opprimono.

Ridere migliora il rendimento al lavoro

Ridere da’ energia e carica anche per fronteggiare i problemi sul lavoro.

TERAPIA DI COPPIA

Cosa succede durante una terapia di coppia?

Durante una terapia di coppia i partners si siedono davanti al terapeuta e discutono liberamente dei loro pensieri e dei loro sentimenti. 

Il terapeuta ascolta entrambe i partners e li aiuta ad identificare e chiarire le aree problematiche. Io inizio con una anamnesi. Il terapeuta chiede informazioni sulla storia della relazione e sulle singole storie dei partner. Ciò consente di comprendere meglio la situazione.

Terminata l’anamnesi, la coppia, riceve un feedback sui problemi portati e viene spiegato il modo in cui si intende procedere per la terapia.

La coppia a questo punto può decidere se accettare le indicazioni sulle opportunità o meno di entrare in terapia. La coppia viene sollecitata a chiarire gli equivoci nella comunicazione. Senza la guida di uno psicoterapeuta la coppia non riesce a confrontarsi serenamente perchè ambedue i coniugi sono coinvolti emotivamente.

La Mediazione Familiare

La mediazione familiare è un percorso utile e talvolta necessario prima e/o durante la separazione.
Spesso le coppie che si stanno dividendo sono pervase da sentimenti negativi che ostacolano il mantenimento di un dialogo costruttivo.
Interrompere il dialogo non è la soluzione migliore per una coppia che si sta separando, soprattutto quando ci sono i figli.
Un percorso di Mediazione Familiare può risultare utile in questi casi e si può iniziare in diversi momenti della separazione del divorzio.

Mediazione Familiare Indispensabile per chi?

Per coppie in crisi in forte conflitto.

Quando uno dei due partner non accetta la decisione di separarsi. Quando si discute anche l’affidamento e la gestione dei figli.
Infatti l’obiettivo fondamentale è proprio la riorganizzazione delle relazioni familiari per l’interesse dei figli.
I genitori vengono aiutati a trovare gli accordi che meglio rispondano ai bisogni di tutti i membri della famiglia, con particolare riguardo all’interesse dei figli.

Terapia individuale e consulenza

E’ uno spazio relazionale di sostegno e di cura attraverso cui il terapeuta mira alla promozione del cambiamento desiderato. Nello spazio individuale, in un rapporto vis a vis, il terapeuta si propone di attivare risorse sopite, e di rendere la persona che ne fa richiesta, più consapevole dei meccanismi di blocco alla base della sua sofferenza.

Lo psicoterapeuta è un professionista laureato in psicologia o in medicina specializzato in Psicoterapia.

Negli incontri individuali il cliente sarà accolto in uno spazio protetto e confortevole, definito tecnicamente setting dove avverranno gli incontri vis a vis.

Ciò che viene detto all’interno di ogni seduta rimane nello spazio relazionale tra cliente e terapeuta, tenuto al segreto professionale e alla massima tutela della privacy.

Durante la prima fase del percorso è necessario che il professionista sia in grado di avviare un processo di conoscenza e di costruzione dell’alleanza necessaria per fare un cambiamento. Ciò accade attraverso un atteggiamento di autentica attenzione ed un ascolto attivo ed empatico, senza alcun giudizio e con la massima accoglienza. Sempre in questa fase iniziale della relazione si valuta la richiesta con una specifica analisi della domanda e si pianifica, insieme al cliente, un progetto terapeutico, ovvero gli obiettivi che desidera raggiungere.

Sia l’alleanza terapeutica basata su una reciproca fiducia, sia una corretta analisi della domanda sono fondamentali, affinché si abbiano dei risultati significativi.

Il fine delle sedute individuali, che hanno in media una durata che va dai 50 ai 60 minuti, è quello di aiutare la persona in difficoltà a sentirsi accolta e non giudicata, e in un secondo tempo a riflettere sul suo disagio, entrandoci in contatto in modo più funzionale, tanto da poter poi mettere in atto dei cambiamenti e migliorare la qualità della sua vita.

La durata del percorso terapeutico è molto variabile a seconda del caso e della complessità della struttura di personalità del cliente.

La psicoterapia della Gestalt in particolare, come specificato nella sezione dedicata al mio approccio, è relativamente breve come modello, è basato sul “qui ed ora” ed ha come obiettivo principale quello di aiutare la persona interessata ad osservare parti di sé per poterle integrare. Questo processo viene facilitato non solo attraverso la stimolazione di una riflessione cognitiva ma anche e soprattutto attraverso tecniche specifiche che agevolano e velocizzano il contatto con la parte emotiva e con i veri bisogni avviando poi un processo di cambiamento.

In questa modalità il cliente viene invitato di volta in volta, nella stessa seduta individuale, a fare piccole esperienze di contatto che mirano ad aiutare la persona a stare sul sentire” piuttosto che sul pensare” avviando un processo di maggior consapevolezza di sé e dei propri bisogni.

Psicologa Psicoterapeuta Ipnotista

La Dottoressa Del Monte Catia

già Giudice Onorario del Tribunale dei Minorenni di Roma, gia’ Tesoriere e Consigliere dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, gia’ Cultore della Materia alla Cattedra di Psicologia di Comunità Università La Sapienza di Roma, esercita a Roma, a Frascati e nei Castelli Romani.


La Dott.ssa Del Monte effettua psicoterapia individuale e di coppia, mediazione familiare e consulenza alla genitorialità, Specializzata in psicoterapia infantile e adolescenziale.

La Dottoressa Del Monte effettua Terapia a Seduta Singola.

Realizza interventi di sostegno e formazione nel settore della tratta e della violenza sulle donne.

Docente nei corsi di formazione Fondi Sociali Europei. Pratica la formazione in ambito della sicurezza stradale ed interventi sulle vittime di incidenti stradali.

È consulente e responsabile del centro di orientamento per la formazione psicologica e psicoterapeutica di Roma.

Ecco perché iniziare un percorso psicoterapeutico

Non è facile accettare che qualcosa ci possa sfuggire di mano e che, a volte, ci sia bisogno di rimettersi in discussione.
Durante una psicoterapia, tutto può accadere. Soprattutto ci si può rendere conto che si è presa una strada cieca e che, fin da piccoli, si è bloccati all’interno di dinamiche familiari difficili. È in questo caso che la psicoterapia potrebbe aiutarci a ricominciare tutto da capo. Ma come fare se non ci si fida?
Il ruolo del terapeuta è quello di prenderci per mano e condurci in un lungo percorso dentro a noi stessi.
Quindi è necessario aver fiducia nella persona a cui si affidano i propri tormenti e i propri dubbi, ma anche le proprie angosce e paure. Ed è per questo che è così difficile il percorso di “guarigione”. Si tratta di un percorso graduale di crescita e cambiamento.
Quando si comincia una psicoterapia si proiettano sul terapeuta una serie di illusioni e di aspettative: si tratta del famoso gioco del transfert e del contro-transfert.
Quando nella relazione analitica “accade” una cosa che va al di là della semplice comunicazione razionale, quando ci si accorge che è proprio perché si ha fiducia nella persona che ci sta di fronte che ci si lascia andare, si capiscono le dinamiche aggrovigliate da cui non si riesce ad uscire da soli e si cerca di mutare.
I preconcetti impediscono di riconoscere le proprie fragilità, di chiedere aiuto, e nel caso di imparare a stare bene con se stessi.  Come qualunque persona, dato che ognuno di noi, nella vita, deve prima o poi fare i conti con la propria interiorità,  bisogna ammettere di non essere onnipotenti e accettare di vivere insieme con le proprie debolezze.