AMIAMOCI

Tutti cerchiamo qualcuno che ci ami e da amare. Spesso ci dimentichiamo di amarci.

Si, ho detto proprio così. Ricordiamoci di noi.

Amare sè stessi è molto importante perchè accresce la propria autostima.

Il modo in cui ci consideriamo ha un’influenza fondamentale nelle relazione con gli altri.

Quindi dobbiamo valorizzarci e curare l’amor proprio.

Curare l’amor proprio significa curare il proprio benessere, la propria salute fisica e psicologica.

Nel momento in cui metto me stesso al centro delle mie attenzioni inizio a stare meglio, ad essere felice e a saper a gestire anche le situazioni piu’ difficili.

L’amore per noi stessi ci da felicità. Pensare al proprio benessere significa anche eliminare ciò che ci fa stare male. Significa allontanare anche chi ci fa stare male.

Agire per il proprio bene significa accogliere tutto ciò che ci da piacere e serenità.

Altro elemento che favorisce l’amor proprio è l’accettazione di se’.

Accettarci significa rispettare ed amare noi stessi, compresi i difetti.

Talvolta la bassa autostima ci fa vedere i nostri difetti come qualcosa di di insormontabile, ed è proprio in questi casi che il cambiamento diventa difficile.

Accettarci ed eventualmente migliorarci sempre per il nostro benessere.

Dobbiamo partire da quello che siamo , apprezzarci ed eventualmente migliorarci, se lo riteniamo opportuno.

In sostanza ciò che ci aiuta ad amarci è apprezzarci! Riconoscere i propri punti forza, i risultati raggiunti, le proprie qualità.

Se ogni giorno ci soffermiamo su tutto ciò che abbiamo ottenuto di bello e di positivo ci aiuterà sempre di piu’ ad amarci.

Quindi apprezziamoci appieno!

Diamo voce ai nostri sentimenti, ai nostri desideri, ai sogni, ai bisogni e cerchiamo le strategie per realizzarli.

Avere una mente aperta al cambiamento e alla crescita ci da gioia e felicità.

Didattica a distanza e solitudine … cose da Covid…

I bambini e gli adolescenti, con la didattica a distanza, son quelli che stanno risentendo di piu’ dell’isolamento forzato…

I bambini e gli adolescenti doverebbero vivere il periodo di crescita e di sviluppo nelle interazioni sociali importanti che li aiutano a creare la loro identità. Invece questa parte della loro vita è stata cancellata.

Isolamento e solitudine minano il loro benessere psicofisico.

Il quadro clinico che emerge dagli studenti delle superiori è che si stanno verificando seri problemi psicologici, inoltre si sta presentando sempre di piu’ abbandono scolastico. Con la didattica a distanza la preparazione scolastica è peggiorata.

Gli studenti fanno fatica a concentrarsi per seguire le lezioni on line. Spesso si presentano problemi tecnici dovuti alla connessione internet.

Ai ragazzi ed ai bambini manca il contatto diretto con i coetanei.

Nell’adolescenza, età del cambiamento, le relazioni personali sono di fondamentale importanza.

Stanchezza, incertezza e preoccupazione sono i principali stati d’animo che ragazze e ragazzi affermano di vivere in questo periodo. Molti pensano che tutto si sistemerà e tornerà come prima, altri continuano ad avere paura.

E’ importantissimo intervenire subito con delle forme a sostegno agli studenti direttamente colpiti da questa situazione.

Non bisogna permettere che questa situazione impedisca loro di sognare.

Dobbiamo intervenire prima che sia troppo tardi…

L’AUTOLESIONISMO NELL’ADOLESCENTE

Secondo l’ultima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM V), la parola “autolesionismo” indica una serie numerosa di comportamenti e condotte attraverso cui ci si provoca dei danni a livello fisico con conseguente sanguinamento ed ecchimosi che provocano dolore.

In letteratura si parla di:

CUTTING: tagliarsi con un oggetto affilato
BURNING: provocarsi bruciature o ustioni
BRANDING: marchiarsi con oggetti roventi.

Gli adolescenti spesso si feriscono creando lesioni multiple in una zona che tendono a tenere nascosta (avambracci, cosce ecc.).

L’autolesionismo non suicidario spesso e’ associato ad altri disturbi psichici come DISTURBO DI PERSONALITA’ BORDERLINE, DISTURBO ANTISOCIALE DI PERSONALITA’, DISTURBI ALIMENTARI…

non riesco ad esprimermi a parole

parla il mio corpo…

I motivi per cui vengono compiuti tali comportamenti non sono uguali per tutti.

Perchè questa ricerca di dolore?

Fare del male a sé stessi, può paradossalmente significare “farsi del bene”:

E’ come se attraverso la ferita fisica si trasferisse il dolore psichico.

La ferita fisica si può vedere e curare.

Attraverso la ferita avviene uno scambio tra psichico e fisico: mente e corpo ritrovano l’unità, anche se in modo patologico.

L’obiettivo è quello di evitare che la propria sofferenza sia incomprensibile e incontrollabile; la si assicura così in un luogo fisico ben preciso, rendendola visibile sotto forma di un segno sulla pelle.

L’autolesionismo può diventare un processo che dà sollievo, calma e tranquillità.

Attraverso i tagli comunica. Le parole non escono dalla bocca ma dalla pelle e dal corpo.

Cosa possiamo fare?

Attraverso un percorso mirato di psicoterapia è possibile accogliere ed orientare questi giovani sofferenti. Con l’aiuto di un professionista esperto, l’adolescente è guidato nel riconoscere i propri bisogni, i propri desideri e da lì intraprendere una nuova strada.

ALLARME!!! PSICOPANDEMIA!!! Stop all’isolamento emotivo per far fronte ad ansia e a depressione

Il Covid-19 sta mietendo decine e centinaia di vittime di ansiosi, impauriti e depressi.
La cosa drammatica è che restano i segni, tracce indelebili che per essere smaltite potrebbe richiedere molto tempo.
E’ per questo motivo che dobbiamo occuparci del nostro umore!
Si dovrà lavorare molto visto che è passato un anno dal marzo 2020, e ancora è cambiato ben poco…Quella che sembrava un emergenza, ora è diventata quotidianità.
Le persone sono psicologicamente molto provate. Quando parliamo di persone, mi riferisco ad una fascia d’età ampissima, che va dai bambini agli anziani.
La condizione che stiamo vivendo avrà effetti duraturi, in particolar modo per le persone colpite dal cambiamento del mondo esterno. Perdita del lavoro, lutti da elaborare, relazioni sentimentali, amicali e professionali in grande trasformazione. Il rischio, pensando al futuro, è che l’ansia comporti ricadute importanti sia sulla salute che sui diversi aspetti della nostra vita.

I CONSIGLI

1. Condividere emozioni e preoccupazioni

2. Mantenere il più possibile una continuità con la routine delle proprie abitudini, passeggiate, incontri con un’amica/o etc

3. Dedicarsi alle proprie passioni

4. Non scaricare sul cibo la propria ansia

5. Se l’umore è diventato instabile è possibile chiedere aiuto agli esperti

6. Eseguire tutti i giorni, esercizi di rilassamento.

7. Rispettando il distanziamento, tenere vive le relazioni sociali

8. Usare i social per qualcosa di positivo, scambi, confronto e formazione

LUDOPATIA

POSSIAMO RICON0SCERE LA DIPENDENZA DAL GIOCO ATTRAVERSO I SEGUENTI CRITERI:

• QUANDO Giocare provoca forte eccitamento e si ha difficoltà a cessare l’attività

• QUANDO si sente la forte necessità di provare piacere investendo maggiori quantità di denaro

• QUANDO non si ha la possibilità di giocare o si è costretti ad interrompere, si sperimenta una forte irrequietezza

• QUANDO il giocatore mente ed arriva a fare debiti fino a rovinarsi, o commettere azioni illegali pur di procurarsi il denaro per giocare

• QUANDO Il giocatore viene talmente assorbito dal gioco da mettere in discussione ogni altro ambito della propria vita: famiglia, lavoro, relazioni sociali

Alcuni giocatori compulsivi sono maggiormente attratti da giochi basati sulla fortuna (lotto, gratta e vinci, slot machine). Altri sono maggiormente interessati all’idea di poter dimostrare le proprie abilità (giochi con le carte, scommesse sportive).

Una buona percentuale è attratta dall’idea di poter fare soldi facilmente, investendo molto denaro.

Lo scopo principale del giocatore compulsivo è procurarsi piacere, provare forti emozioni tramite il gioco (il brivido dell’incertezza, non sapere se si vincerà o no).

La dipendenza dal gioco è una vera malattia.

IL GIOCATORE HA LE SEGUENTI CONVINZIONI ERRATE:

• Sono in grado di controllare questo comportamento

• Sono dotato di abilità e conoscenze speciali riguardo al gioco d’azzardo

• Sono in grado di recuperare ciò che ho perso

• Con la prossima giocata arriverà sicuramente una grande vincita

• Posso smettere di giocare quando voglio…ma provo un’altra volta

• Giocando posso evadere i problemi e le preoccupazioni di tutti i giorni

• Gli altri non sono in grado di aiutarmi ce la faccio da solo

• Giocando provo emozioni e mi sento meglio

Si tratta di una dipendenza molto subdola, che può in casi estremi portare il giocatore alla completa rovina e a perdere ogni cosa.

La dipendenza da gioco è un problema legato ad ansia, depressione, alcolismo, personalità antisociale, instabilità dell’umore, mancanza di autocontrollo e di autostima.

DALLA DIPENDENZA E’ POSSIBILE USCIRNE

È possibile liberarsi, ma occorre innanzitutto riconoscere di avere un problema.

Nulla potrà essere risolto fintanto che ci si ostina nell’idea di non avere alcuna difficoltà, e di poter smettere a proprio piacimento.

Inoltre uno degli elementi più importanti per combattere il gioco d’azzardo, è la motivazione dell’individuo a cambiare.

È una dipendenza dalla quale non è facile uscire da soli in quanto la patologia stessa porta a perdere obiettività, e soprattutto nei casi più gravi a crearsi “terra bruciata attorno”, solitudine, e molteplici difficoltà da gestire e risolvere.

Chiedere aiuto ad un professionista, è un passo fondamentale per superare la malattia. Per comprendere cosa c’è alla base di tale difficoltà, cosa sta accadendo e come spezzare il circolo vizioso, che letteralmente imprigiona e non consente di vedere una via d’uscita.

ECCO I PASSI DA FARE:

1. colloquio diagnostico

2. lavoro sulle problematiche legate alla dipendenza

3. astenersi dal gioco

Alcuni suggerimenti per affrontare la dipendenza da gioco

• Portare con sé il minimo denaro possibile

• Imparare ad individuare ciò che porta a giocare (pensieri, stati d’animo)

• Modificare il proprio stile di vita (compagnie, abitudini del tempo libero)

• Evitare situazioni di rischio e non scoraggiarsi di fronte a possibili ricadute

ACCRESCI LA TUA AUTOSTIMA

ECCO CINQUE CONSIGLI PER ACCRESCERE LA TUA AUTOSTIMA

  1. Cura la tua immagine: curare il proprio aspetto fisico è molto importante ed ha un forte impatto sulla propria autostima. Andare in palestra o fare una bella corsa può dare una scarica adrenalinica che spinge all’azione. Curare il poprio aspetto fisico e l’abbigliamento può far sentire piu’ piacevoli e sicuri di sè.
  2. Guardati con occhi diversi: chi ha bassa autostima tende a vedere solo gli aspetti negativi di sè. Se invece si proiettano soprattutto immagini positive di sè nella propria mente l’autostima sale. Non si tratta di ingannare se stessi, ma di equilibrare pregi e difetti.
  3. Stabilisci degli obiettivi da raggiungere: la nostra autostima sale quando riusciamo a raggiungere degli obiettivi.
  4. Annota su un bloc notes gli obiettivi raggiunti: annota i successi, i pensieri e le esperienze, sia positive che negative. Questo puo’ aiutare a misurare i risultati che si riescono a raggiungere e a sentirsi soddisfatti.
  5. Rifletti sui tuoi aspetti positivi: fai dei tuoi pregi i tuoi punti forza. Controlla e gestisci la tua mimica con sicurezza, quando ti relazioni con gli altri. Corpo e gestualità influenzano la mente e viceversa.

L’ANSIA DA PRESTAZIONE SCOLASTICA

La paura o l’ansia di andare a scuola riguarda un numero sempre maggiore di
bambini e ragazzi in età scolare.
BISOGNA FARE DISTINZIONE TRA tra ansia patologica e “normale”.
Quando un bambino Manifesta ansia molto intensa, a lungo e
con molta frequenza si può parlare di ansia
patologica. Nell’ansia scolastica il bambino, spesso, manifesta non solo
un senso di forte di angoscia, ma anche manifestazioni
psicosomatiche, come mal di pancia frequenti,
vomito e febbre.

L’ansia scolastica è spesso collegata all’ansia da prestazione e ad un forte timore del giudizio dei compagni e dell’insegnante; il bambino, o ragazzo, non attribuisce il giudizio valutativo alle prove effettuate in classe ma alla sua capacità generale, favorendo una scarsa stima di sé.
L’angoscia per la scuola può essere inoltre collegata all’ansia da separazione dalla madre, soprattutto nei bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria. Talvolta può essere legata a prevaricazioni che si vivono in classe da parte di altri studenti.

COSA FARE se l’ansia è determinata dalla prestazione scolastica?
L’elemento che attiva l’ANSIA È L’INTERROGAZIONE, L’ESAME, bisogna svuotare d’importanza la “prova”. Riducendo questo si interrompe il circolo vizioso dell’ansia!
La richiesta che deve essere fatta al ragazzo, è quella di impegnarsi a comprendere quello che studia. Allentiamo quindi un po’ la presa.

Lo studente ansioso può essere aiutato:

Con l’accettazione da parte dei genitori.

Stimolando l’autoaccettazione : valutare se stessi separando le azioni dai giudizi di valore, evitare attacchi all’autostima, poiché un fallimento deve essere considerato, come un comportamento che non ha funzionato, e che bisogna utilizzare una strategia che può portare al successo. Tolleranza alla frustrazione, è opportuno spiegare al bambino che la frustrazione e gli ostacoli fanno parte del corso normale della vita.
Motivare all’impegno scolastico: è necessario studiare, imparare,
impegnarsi per apprendere e divenire più competenti.
Lasciamogli scegliere quel che più gli piace: si riesce meglio se alla base c’è una passione.
Spazio al tempo libero: relax, di gioco libero, di momenti trascorsi a casa.

GRUPPI SELF HELP PER L’ELABORAZIONE DEL LUTTO

La perdita di una persona cara scatena una profonda crisi,  che solitamente si elabora nel corso del tempo in modo naturale.

Talvolta la sofferenza che accompagna la perdita permane con l’intensità iniziale per mesi o anni, allora, il lutto risulta non risolto e con il prolungarsi del tempo può dar luogo a condizioni patologiche più difficili da elaborare e gestire.

Sostenere le persone che vivono un lutto, aiutarle a comprendere e ad accettare la perdita, può essere di grande utilità per prevenire eventuali complicanze e favorire il ritorno a vivere. I gruppi Self help o di Auto Aiuto rappresentano un grande aiuto.

Obiettivi del gruppo

    • offrire uno spazio per condividere la storia del proprio dolore, dei propri sentimenti e delle proprie difficoltà,

    • promuovere solidarietà e sostegno reciproco,

    • apprendere modalità costruttive di gestire momenti di sofferenza e solitudine,

    • integrare nel presente la propria ferita del passato, per affrontare il futuro.

QUALI BENEFICI?

La consapevolezza di non essere più soli, nel rinforzo di relazioni significative, nello scambio di informazioni utili per la soddisfazione di bisogni fondamentali quali:

    • riappropriarsi della lucidità offuscata dalla sofferenza vissuta;

    • gestire le crisi dolorose;

    • riorganizzare i ruoli all’interno del nucleo familiare e migliorare la qualità della propria vita;

    • ritrovare un significato per vivere.

Valori dell’auto aiuto

    • il rispetto: la differenza la principale fonte di apprendimento. Nel gruppo si manifestano una pluralità di esperienze e di punti di vista;

    • la fiducia; nelle risorse di ognuno;

    • il legame; sviluppo di relazioni significative.

A CHI E’ RIVOLTO IL GRUPPO?

Il Gruppo è aperto a tutti coloro che hanno perso un familiare o un amico.

Per informazioni catia.delmonte@tim.it tel.336783131

Mio figlio è depresso?

Domanda che spesso mi rivolgono i genitori…

I bambini depressi possono essere tristi e cupi, oppure piu’ agitati e irritabili del solito.

Possono inoltre perdere interesse per le attività che prima li divertivano. Anche la perdita dell’appetito e la difficoltà a prendere sonno sono sintomi frequenti nei bambini, mentre negli adolescenti può accadere che dormano o mangino troppo. Tuttavia, possono presentarsi entrambe le sintomatologie. Inoltre, di pari passo con la depressione, vanno i problemi di concentrazione, motivo per cui spesso ne risente il rendimento scolastico. Bambini ed adolescenti depressi talvolta si esprimono in modo negativo rispetto a sé stessi dicendo “Non valgo niente” , “Mi odio”, “Vorrei non essere mai nato”.

E’ molto importante cogliere questi segnali ed intervenire prima che la situazioni si cronicizzi. Talvolta può essere sufficiente una singola consultazione con un esperto.