Hikikomori: rifiuto del mondo reale

È la sindrome dei ragazzi che si chiudono in casa e rifiutano contatti con il mondo esterno. Hikikomori deriva dal verbo Hiku (tirare indietro) e Komoru (ritirarsi) ed indica una sindrome sociale che va diffondendosi ormai in maniera critica, dal Giappone al resto del mondo. In Italia si stimano almeno 100 mila casi. Si tratta di una condizione sociale caratterizzata prevalentemente da sentimenti di solitudine, isolamento,ritiro dalla società e dalle relazioni interpersonali. Questi ragazzi rifiutano ogni tipo di aiuto perché non riconoscono di avere un problema.

Hanno tra i 14 e i 25 anni, non studiano né lavorano. Non hanno amici e a stento parlano con genitori e parenti. Trascorrono buona parte della giornata nella loro camera. Si isolano evitando qualsiasi confronto con il mondo esterno. L’unico contatto con il mondo esterno è internet. Le cause di questo isolamento possono essere di origine caratteriali, familiari, sociali e scolastiche. Talvolta questo fenomeno del ritiro, è successivo a qualche episodio di emarginazione o bullismo vissuto a scuola. Il ragazzo inizia a fare assenze, ad abbandonare le attività sportive ed ad isolarsi sempre piu’ rifugiandosi nella sua stanza tra videogames, social network e serie tv. Accorgersi in tempo di questo cambiamento è importantissimo perché se si interviene in questa fase è possibile avere buone probabilità di successo. A volte la causa dell’isolamento è attribuita alla dipendenza da internet ma di fatto la dipendenza da internet è piu’ la conseguenza ad uno stato di ikikomori. La cura dell’ikikomori prevede un approccio psicoterapeutico e//o farmacologico. Per quanto riguarda l’intervento psicoterapeutico sono vari gli orientamenti che hanno ottenuto discreto successo: l’orientamento sistemico-relazionale che coinvolge tutta la famiglia, l’orientamento cognitivo-comportamentale. L’intervento farmacologico prevede l’assunzione di farmaci antidepressivi in abbinamento ad ansiolitici. Intervento necessario nei casi piu’ gravi.

Molto difficile intervenire con questi ragazzi, soprattutto perché arrivano al punto di non uscire piu’ da casa. In questi casi, si rivela molto utile la consulenza on line.

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