Liberarsi del passato
Alcuni temono che il passato rappresenti una sorta di paradiso perduto o, al contrario, la prova indelebile di essere destinati alla sofferenza. Così accade che quando finisce un grande amore lui o lei credono di non poter più provare nulla di simile in futuro. Oppure che davanti a un insuccesso si ripensi alle sventure della propria famiglia d’origine e si finisca col credere di essere destinati ineluttabilmente alla sofferenza. Niente di più sbagliato. Ognuno di noi sta facendo un viaggio inedito nella propria vita. Ciò che bisogna fare è cercare di affrontare il proprio viaggio nel modo più autentico possibile. Essere se’ stessi ed ascoltare la propria anima. Nessun destino di sofferenza è riservato ad alcuno. Con un atteggiamento positivo è possibile fare nuove esperienze, forse ancora piú intense di quelle passate.
(Catia Del Monte, Psicoterapeuta 336783131).
Autore: catiadelmontepsicoterapeuta
Ascoltiamo il nostro corpo
di Catia Del Monte, Psicoterapeuta 336783131
Il nostro corpo parla sempre, ci manda dei segnali, e noi dobbiamo imparare ad ascoltarli. Succede quando facciamo scelte importanti che, tuttavia, nel nostro animo non avremmo voluto fare o, per le quali, non ci sentivamo pronti.
Accade nei momenti in cui trascuriamo le persone che amiamo e con le quali abbiamo un forte legame affettivo.
Il corpo ci parla e si esprime, talvolta anche attraverso sintomatologie: sentiamo dolori e disturbi che non hanno cause fisiologiche. Cicli mestruali che si interrompono misteriosamente, emicranie ingiustificate.
Ciò che dobbiamo fare è metterci in profondo ascolto di noi stessi. Ascoltiamo il nostro corpo. Ci parla, ci consiglia, ci sussurra, ci svela.
La sfida della solitudine
Catia Del Monte, psicoterapeuta 336783131
(Studio: Frascati, Torre Angela, San Giovanni)
Ci si può sentire soli per tanti motivi. Perché abbiamo cambiato casa, perché finisce un rapporto amoroso oppure a causa di un mutamento esistenziale importante. Il senso di solitudine, certe volte, ci assale anche se non c’è una ragione precisa. E’ una grande sfida combattere la solitudine. Se non lottiamo per vincere questa sfida, le conseguenze possono essere molto serie. La solitudine può diventare una condizione patologica cronica, mettere a rischio la salute fisica e mentale. Problemi di apprendimento e perdita di memoria sono alcuni sintomi iniziali, tipici del senso di solitudine. Spesso il malessere generato da questa condizione esistenziale porta all’abuso di alcool e sostanze stupefacenti. Dobbiamo accettare la sfida contro la solitudine e vincerla. Può essere faticoso, ma si può lottare e tornare a stare bene. Cerchiamo nuove conoscenze o ritroviamo gli amici che abbiamo già, condividiamo passioni come attività sportive, culturali e politiche. Stare insieme a un gruppo almeno una volta a settimana e sentire o contattare le persone anche online coi social media non è controindicato e può creare una magica routine che ci permette di risalire, lentamente, in superficie dagli abissi della solitudine. Ci si può “messaggiare” tranquillamente su facebook o whatsapp per poi incontrarsi in un locale o in una piazza. Prendersi cura di sé stessi è un altro passo fondamentale per vincere la battaglia contro la solitudine: lo sport, il barbiere, il parrucchiere, un bel vestito possono farci sentire meglio favorire i rapporti con le altre persone. Se, però, non riusciamo a sconfiggere la solitudine e l’isolamento, meglio parlarne con una persona esperta. La psicoterapia può aiutare ad affrontare e superare quelle emozioni e quegli stati d’animo che ci fanno star male imprigionandoci nella solitudine. Se vogliamo, possiamo vincerla questa difficile sfida. (G.R.)
Sbulloniamo il bullo
Un fenomeno antisociale sempre più spesso diffuso all’interno degli ambienti scolastici è il bullismo e piu’ di recente il cyberbullismo (bullismo attraverso la rete). Il termine è di origine inglese (bullying), ed è impiegato per connotare le prevaricazioni psicologiche e fisiche tra pari in un contesto di gruppo.
Alcune ricerche condotte nell’ambito del bullismo ci permettono di individuare i ruoli degli individui direttamente coinvolti e del gruppo nel suo complesso.
- il bullo:l’aggressore che prende l’iniziativa; manifesta comportamenti aggressivi nei confronti dei coetanei e degli adulti, mostra scarsa empatia con la vittima, spesso ha un forte bisogno di dominare, è prevalentemente maschio;
- la vittima: chi subisce la prepotenza, spesso è più ansioso e insicuro dei compagni, reagisce agli attacchi piangendo o chiudendosi in se stesso, spesso soffre di scarsa autostima e ha una opinione negativa di sé e delle proprie capacità. Solitamente si tratta di una persona che vive già in una condizione di isolamento ed esclusione dalla classe;
- l’aiutante: chi agisce ugualmente con prepotenza, ma con un ruolo secondario;
- il difensore: chi consola e difende la vittima, o cerca in qualche modo di interrompere la prepotenza;
- l’esterno: chi si disinteressa, non partecipando in alcun modo, cercando di restare fuori dalla situazione e di non farsi coinvolgere.
Le vittime dei bulli perdono sicurezza ed autostima, si sentono inadeguate ad affrontare tali situazioni. In alcuni casi possono sopraggiungere sintomi da stress, come mal di stomaco e mal di testa, incubi e attacchi d’ansia. I comportamenti legati al bullismo sono oggetto di studi anche per le loro conseguenze sul rischio psicosociale, spesso infatti l’abbandono scolastico, la delinquenza giovanile e i disturbi psicologici risultano associati a disturbi relazionali in età scolare. È fondamentale quindi porre in essere azioni preventive che identificano fattori precoci di disadattamento col il fine di ridurre il rischio di successive evoluzioni psicopatologiche.
LA FELICITA’
La felicità è un emozione o stato d’animo.
Ma cosa vuol dire essere felici?
Non è facile, anche perché essere felici non significa la stessa cosa per tutti.
Per alcuni la felicità è un’emozione, una condizione soggettiva positiva. Per altri è una sensazione costante di soddisfazione. Per altri ancora essere felici coincide con il possedere dei valori positivi o addirittura dei valori materiali.
In realtà definire la felicità è un impresa difficile!
Abbiamo la felicità emotiva, rappresentata da una sensazione di benessere suscitata dal fare qualcosa di piacevole, come vedere un film, uscire con un amica, o guardare un opera d’arte. Abbiamo la felicità morale, determinata da un comportamento corretto e ligio. Con sani valori. Abbiamo la felicità legata al rapporto e alla relazione affettiva con l’altro. Si e’ felici se ci si sente amati. I legami affettivi, tengono uniti famiglie e amici, e portano alla felicità.
Cosa possiamo fare per essere felici?
Alcune ricerche hanno dimostrato che che per essere felici bisogna porsi obiettivi specifici, concreti e facili da misurare.
Gli obiettivi, chiaramente, vanno commisurati all’eta’.
Per un bambino gli obiettivi da raggiungere sono diversi da quelli di un adolescente o di un adulto.
Quando raggiungiamo gli obiettivi che ci siamo prefissati, siamo felici e soddisfatti.
C’è chi si prefigge di raggiungere un titolo di studio, che un lavoro chi una famiglia. C’è chi ama viaggiare e conoscere posti nuovi vicini e lontani. Chi invece vorrebbe una bella automobile, chi una casa con il giardino. Chi una relazione sentimentale.
La felicità dura in base a come formuliamo gli obiettivi…
E tu quali obiettivi vuoi raggiungere per essere felice?
PIU’ RIDIAMO E MEGLIO STIAMO
RIDERE PER STAR BENE..
Ridere fa bene. Piu’ ridiamo e meglio stiamo.
Ecco alcuni buoni motivi per ridere
Ridere riduce gli ormoni dello stress
Ridere stimola la produzione di endorfine che riducono gli ormoni dello stress, innalzano la capacità di sopportare il dolore , stimolano la guarigione, ed il sistema immunitario.
Ridere stimola il sonno
Ridere stimola la melatonina, l’ormone che regola il ritmo circadiano (sonno/veglia)
Ridere è un esercizio fisico e migliora l’aspetto estetico
Quando ridiamo sollecitiamo almeno 15 muscoli facciali (anche la pelle se ne giova), le spalle, l’addome e il diaframma. Oltre a tirarci su il morale, facciamo un po’ di esercizio fisico, che non guasta mai.
Ridere migliora la circolazione
Ridere fa aumentare il flusso sanguigno e migliora anche la respirazione
Ridere migliora le relazioni
Fa piacere stare accanto ad una persona sorridente.
Ridere ci aiuta a distaccarci dal coinvolgimento emotivo
Se abbiamo pensieri negativi, una bella risata ci fa prendere con piu’ leggerezza le situazioni che ci opprimono.
Ridere migliora il rendimento al lavoro
Ridere da’ energia e carica anche per fronteggiare i problemi sul lavoro.
Sintomi e segnali del morbo di Alzheimer
Il morbo di Alzheimer è una malattia del cervello che provoca un lento declino delle capacità di memoria, del pensare e di ragionamento. È necessario consultare un medico per determinarne la causa.
Le persone che soffrono del morbo di Alzheimer hanno spesso difficoltà a completare le attività quotidiane. A volte, possono avere problemi per guidare l’auto verso un luogo familiare, per gestire un budget al lavoro o ricordare le regole di un gioco preferito.
Per alcuni, avere problemi visivi è un segnale del morbo di Alzheimer. Potrebbero non capire di essere loro la persona nello specchio. Chi soffre del morbo di Alzheimer può avere difficoltà a seguire o a partecipare a una conversazione. Potrebbero avere problemi a trovare la parola giusta o chiamare le cose con il nome sbagliato .
Le persone che soffrono del morbo di Alzheimer possono lasciare gli oggetti in luoghi insoliti, e non essere in grado di trovarle di nuovo. A volte, esse possono accusare gli altri di averli rubati. Con il passare del tempo, ciò può verificarsi più frequentemente.
Le persone che soffrono del morbo di Alzheimer rinunciano spesso agli hobby, alle attività sociali, ai progetti di lavoro o alle attività sportive, chiudendosi sempre di piu’ al mondo.
L’umore e la personalità delle persone che soffrono del morbo di Alzheimer instabili. Essi possono diventare confusi, sospettosi, depressi, spaventati o ansiosi. Possono essere facilmente suscettibili a casa, al lavoro, con gli amici o nei luoghi nei quali sono al di fuori della loro zona di comfort.
L’umore e la personalità dei malati di Alzheimer possono cambiare. Essi possono diventare confusi, sospettosi, depressi, spaventati o ansiosi. Possono essere facilmente suscettibili a casa, al lavoro, con gli amici o nei luoghi nei quali sono al di fuori della loro zona di comfort.
Un genitore è per sempre …
dai figli non ci si separa mai!
La separazione dei genitori, per i figli, rappresenta un’esperienza molto dolorosa.
Gli effetti negativi, spesso, sono determinati dalla conflittualità dei genitori.
Per agevolare i figli nel percorso di accettazione della separazione, i genitori:
Devono mantenere la continuità del legame parentale;
Devono accordarsi sulle scelte più opportune per i loro figli, comprese quelle educative;
Devono mantenere un rapporto sereno ed affettuoso con i figli, per assicurare una sana crescita;
Continuare, con responsabilità, il loro ruolo di genitori.
Per tutelare il benessere dei figli è necessario saper prendere decisioni con responsabilità.
Se avete bisogno di aiuto potete contattarmi:
Dottoressa Catia Del Monte
☎️336783131
Quale realta’?

CONSULENZA E PSICOTERAPIA ON LINE
Se stai cercando uno Psicologo Online…… sei nel posto giusto.
Dopo il primo contatto, che solitamente avviene attraverso catia.delmonte@tim.it
offro indicazioni di massima circa la possibilita’ di aiutarvi a risolvere la difficolta’ presentata.
Se il problema che desiderate affrontare e’ complesso non puo’ esaurirsi con un solo contatto.
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