Ecco perché iniziare un percorso psicoterapeutico

Non è facile accettare che qualcosa ci possa sfuggire di mano e che, a volte, ci sia bisogno di rimettersi in discussione.
Durante una psicoterapia, tutto può accadere. Soprattutto ci si può rendere conto che si è presa una strada cieca e che, fin da piccoli, si è bloccati all’interno di dinamiche familiari difficili. È in questo caso che la psicoterapia potrebbe aiutarci a ricominciare tutto da capo. Ma come fare se non ci si fida?
Il ruolo del terapeuta è quello di prenderci per mano e condurci in un lungo percorso dentro a noi stessi.
Quindi è necessario aver fiducia nella persona a cui si affidano i propri tormenti e i propri dubbi, ma anche le proprie angosce e paure. Ed è per questo che è così difficile il percorso di “guarigione”. Si tratta di un percorso graduale di crescita e cambiamento.
Quando si comincia una psicoterapia si proiettano sul terapeuta una serie di illusioni e di aspettative: si tratta del famoso gioco del transfert e del contro-transfert.
Quando nella relazione analitica “accade” una cosa che va al di là della semplice comunicazione razionale, quando ci si accorge che è proprio perché si ha fiducia nella persona che ci sta di fronte che ci si lascia andare, si capiscono le dinamiche aggrovigliate da cui non si riesce ad uscire da soli e si cerca di mutare.
I preconcetti impediscono di riconoscere le proprie fragilità, di chiedere aiuto, e nel caso di imparare a stare bene con se stessi.  Come qualunque persona, dato che ognuno di noi, nella vita, deve prima o poi fare i conti con la propria interiorità,  bisogna ammettere di non essere onnipotenti e accettare di vivere insieme con le proprie debolezze.

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